attimi 

la sensazione di non starle a fianco, né sopra e neppure dentro, ma in “lei” …  

destabilizzati entrambi,  più che fusi … 

intrecciati, uno nell’altro come  un solo corpo, una sola anima che riempie gli spazi più intimi e si dimentica del mondo, di tutto il suo inutile brusio … 

attimi 

 

ho letto nei tuoi occhi 

ho visto quella notte, in un parcheggio, la tua anima, 

mi ha chiesto  “legami a quest’attimo e poi rapiscimi in un brivido ererno”

sai questo è il tempo del non ritorno, 

tu sarai il respiro che mi sfiora ogni giorno … 

con quegli  occhi scuri …

ho visto l’abisso del mio abisso … 

così quella notte sentii l’impossibile  divenire possibile …

appartenersi …

credo che quello che conti, sia “appartenersi”, 

quella sensazione che provi quando ci si guarda negli occhi,

è lì che ti senti attraversare dentro, oltre i limiti dei tuoi confini fisici, 

ed è lì che ti lasci andare in quegli occhi, dove ti senti finalmente contaminare dal piacere di stare bene …