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Sogno d’estate.

Voglio vedere cosa succede sulla spiaggia della tua città i pomeriggi di primavera, come cade la luce sulla sabbia, come guardi le ombre che si creano mentre fumi. Potresti raccontarmi dove sono andati a finire tutti i castelli di sabbia. Mi manca vedere l’espressione che fai mentre balli scalza sulla battigia.

 

Dream

Esiste un’isola che ogni giorno viene ricoperta dalla marea. È dipendente dal mare che ogni notte, quando inizia ad agitarsi, le fa cambiare forma e lentamente la ricopre, fino a quando bisogna lasciarla.

È circondata ovunque da corallo e conchiglie.

È un’isola magica, ti chiede di raccogliere i suoi coralli e suddividerli per colore. Amavo raggruppare i bianchi i blue e i rossi. Quando finivo lei chiamava le stelle marine a danzare tutte attorno.

Lì ognuno può avere la sua piccola striscia di sabbia, solo per sè, ogni volta diversa, fino a quando torna a salire la marea a ricoprirla.

Quando sei sull’ isola comprendi come sia  diversa la vita di chi vede scandite le sue giornate dalle maree.

Per questo ci torno ogni notte.

La filosofia di Wilder

Mi piace osservare, osservare sempre, perché spesso guardare non basta.

A volte mi capita di vedere persone che si sorridono senza motivo, dimenticandosene dopo pochi istanti … e io sorrido per loro.

Sorridono e poi tornano a chiudersi nel loro mondo.

Pochi comprendono che ci sono situazioni talmente belle e inaspettate nella vita che sarebbe un errore gravissimo soffermarsi oltremodo sulle pagine infelici.

Ed è per questo che serve andare oltre, per esempio coltivando un sogno poiché i sogni sono il lato entusiasmante dell’esistenza.

Invece di arenarsi su false certezze che non porteranno mai da nessuna parte.

Coltivare sogni, nutre l’esistenza.

Così come imparare a nutrirsi di momenti positivi. Semplici.

L’Argonauta – In cerca di spazi nuovi – cap. 2

La luce illuminava l’intera stanza, sottili raggi di luce filtravano dalla tenda bianca della finestra di quell’uomo.
Nella lunga notte lei si era lasciata riparare le ferite, fidandosi dell’uomo che in silenzio, senza chiedere altro, ora le stava di fronte.

“Ti sono debitrice”.

“Non ho fatto nulla, se non soccorrere una persona in difficoltà”.

“Non tutti avrebbero aiutato una sconosciuta in fuga, in piena notte, intrufolatasi di nascosto in un auto lasciata aperta”.

“Le persone non sono tutte uguali, neppure gli sconosciuti”, rispose lui.

Attese qualche istante e aggiunse “Toglierai mai quel casco?”.

“Quando smetterò di fuggire da quella parte di me che non accetto per il dolore che ha causato”.
“Sai la vedo ogni volta che una superficie o un vetro, riflette il mio volto. Per non soffrire ho preso un casco e l’ho modificato per poterlo portare sempre”.

Il suo io era in cerca di spazi nuovi.

L’uomo non aggiunse altro e si diresse verso la finestra di casa e, dopo avere scostato con un gesto deciso la tenda, spalancò l’ampia finestra.

“Il giorno in cui toglierai il casco, smettendo di essere tua nemica, quel giorno ritroverai una seconda occasione e tornerai a sentire il vento, la brezza del mattino, avvolgere il tuo viso e risentirai l’odore unico dell’erba bagnata pungere il tuo naso”. “E …”.

Non aveva nemmeno finito di parlare quando sentì un rumore metallico alle sue spalle, lo stesso della notte prima, che lo fece voltare di scatto.
L’Argonauta era lì, in piedi, a pochi passi da lui con il suo casco sottobraccio.

L’uomo non disse nulla, la donna inspirò profondamente la brezza umida a occhi chiusi.

“Sono stanca di fare la guerra a me stessa” disse e sorrise.

L’Argonauta – cap. 1

Era notte quando lui avvertì un rumore metallico provenire dal sedile posteriore della sua auto.
Aveva appena infilato le chiavi per avviarla e si voltò attratto da quel rumore, fu lì che vide una persona raggomitolata su se stessa con un uno strano casco in testa.
“Chi sei tu?” chiese stupito, e quella strana figura rispose con voce femminile: “Sono l’Argonauta”.
Quindi la osservò meglio: aveva le braccia ricoperte di piccoli graffi, alcuni appena sanguinanti, come di chi ha corso tra rami aguzzi e rovi, i jeans strappati in diversi punti, doveva essere caduta più volte.
«Come mai sei ferita? Da dove arrivi?»
Nessuna risposta, la donna aveva perso conoscenza.
L’uomo si tolse la giacca cercando di coprirla alla bene e meglio e ripartì, portando con sé la sconosciuta.
Arrivato a casa corse ad aprire la porta, tornato alla macchina la prese in braccio e la condusse all’interno. Cerco di toglierle quello strano casco in metallo, ma lei rinvenne e lo fermó.
“Sei ferita?”
“Si, Fuggivo, da qualcosa” rispose lei con voce affannata.
“Vado a prendere dei cerotti e una garza per medicarti”.
Stava agendo d’istinto lui, come sempre, abituato a fare poche domande e a osservare i dettagli, anche i più piccoli, dove trovava tutte le risposte.

La Formula Magica (capitolo 2)

Mentre Valentina decise di pagare il libro, dal caffè all’interno alla libreria, il cameriere la chiama “Guardi che il caffè che ha ordinato prima si sta raffreddando”.

Valentina presa da quello scambio di battute si era dimenticata del caffè ordinato.

“Eccomi” disse sorridendo.

Lui aveva ancora voglia di parlare con lei e quindi decise di avvicinarsi al tavolo del bar assieme a Valentina.

“I mutamenti dipendono da noi, non solo dal destino”, riprese l’Alchimista.

“A volte mi sembra che il destino ci mandi dei segnali ed io cerco di interpretarli” rispose lei.

“In effetti esiste un mondo non visibile agli occhi, che ci circonda, un mondo di energie che possono condizionarci”.

Valentina non era abituata a sentire parlare di energie, lei credeva nella magia, giovane e piena di sogni, era abituata alla magia che vedeva nel Natale o quella che cercava negli scatti fatti con la sua POLAROID quando la vedeva prendere forma nelle stampe delle sue foto fatte di piccole e sorprendenti rivelazioni, scherzi di luce.
La magia la trovava anche negli occhi che cambiano colore a seconda del cielo.

“Non credo esista un mondo non visibile che ci circonda non siamo a Hogwarts”, rispose con ironia.

“Guarda ora tu sei circondata da un’energia che non vedi eppure è molto potente” le disse l’Alchimista con aria seriosa, “io vedo nel non visibile e posso percepire il divenire”.

Valentina finì il caffè, posó la tazza e iniziò a prestare attenzione a quelle misteriose parole.

“Quindi sarei circondata da qualcosa che pur non vedendo, esiste e addirittura può mutare il mio destino?”

“Si, è così” disse lui, “e ho una formula magica per dimostrartelo, se vuoi te la svelo, ma devi poterla scrivere, questa formula ti eviterà di assorbire energie negative e potrebbe esserti di grande aiuto un giorno”.

L’alchimista voleva far capire a Valentina qualcosa sul mondo del non visibile.

“Ecco la mia agenda, dettami pure la formula”…

“Sei pronta a scrivere?”

“Si” disse lei sempre più incuriosita.

“Ecco scrivi … Non mettere mai …”

L’Alchimista fece una breve pausa e continuó “Hai scritto?” …

“Si sì, prosegui”

“Non mettere mai le mani nelle prese della corrente, che poi senti l’energia elettrica e può farti sobbalzare”…

Valentina a quel punto scoppió a ridere, inizialmente si sentiva quasi presa in giro. Sorrideva stupita.
Poi capì che in effetti può esistere eccome qualcosa di reale pur non visibile.

“Mi hai fregato?”, disse poi Valentina all’Alchimista.

“Non credo proprio” disse lui sorridendo, “la vera formula magica è dare forma a un sorriso”.

La Formula Magica (cap.1)


Quella domenica era insolitamente fredda e ventosa, Valentina decise di entrare in libreria. Amava sfiorare la carta con le dita e annusare il profumo dei libri.

Appena entrata, si recò nel reparto dedicato ai libri di saggistica e filosofia, fu attratta da un titolo, allungó la mano verso l’unica copia che era rimasta.

Nello stesso istante, l’uomo che pochi minuti prima le aveva tenuta aperta la porta della libreria, prese contemporaneamente lo stesso libro.

“Mi scusi, non avevo visto che lo stava scegliendo, lo tenga pure lei”.

Accadde che nel prenderlo involontariamente assieme, le loro mani si sfiorarono e lui sentì qualcosa quando la mano di Valentina entró in contatto con la sua.

Lei invece non ci fece caso.
Non poteva sapere che lui fosse un Alchimista.
“Questo libro arriva da lontano detiene una conoscenza millenaria.”

“Non lo conosco, sto passando un momento particolare della vita e mi ha colpito una parola del titolo”

“Quale ?”

“Mutamenti”, rispose Valentina.

“I mutamenti non avvengono per caso, lei crede nel destino?”

“Tantissimo, non è possibile secondo me che tutto sia casuale.
Tutto accade per un motivo prestabilito”.

“Ne è convita?”

“Convinta?” disse sorridendo lei, “non è la parola giusta, mi piace pensarlo e magari questo libro mi può aiutare a capire qualcosa di più sul destino, d’altronde non si può sempre decidere in modo razionale in cosa credere”.

Lui le sorrise.

“Allora questo libro forse era destinato ad essere letto da lei, lo tenga pure, io l’ho già letto.”

C’è sempre una parte della natura che aspetta di essere scoperta, diceva Jung.

Loft

Partita per il week end,
stava rientrando dopo una serata con gli amici nel suo loft in montagna.
Appena inserita la chiave nella serratura, sentì uno strano rumore provenire dalla legnaia.
Si voltò stupita e nonostante il buio, vide mancare parecchia legna per il camino.

Disse “Che strano, nessuno mi aveva mai rubato legna, poi in queste zone la regalano quando tagliano gli alberi caduti”.

Decise di non dare più di tanto peso nè allo strepitio, nè alla legna che mancava.

Valentina era una ragazza che non si faceva certo suggestionare.

Entrata in casa, nemmeno il tempo di accendere la luce dell’ingresso, chiamó una sua amica …
Le raccontó di quello strano fatto.

L’amica al telefono rispose “Se fossi sola, al buio e sentissi rumori ambigui, fuggirei”.

Valentina non diede peso alle parole dell’amica, la salutó quasi scocciata, “Sei stata davvero molto utile”.

Posate le chiavi, appena entrata nel salotto, Valentina rimase stupita.

La legna che aveva appena notato mancare nella legnaia,
era vicino al camino.

Si sedette sul divano, turbata perché non riusciva a trovare nessuna logica spiegazione.

“Chi aveva portato e sistemato in sala tutta quella legna ?”
Si chiese lei.

Mentre era seduta sul divano, Valentina sentì qualcuno infilare le chiavi nella porta.
Spaventata corse in cucina a cercare qualcosa per difendersi.
Trovó un coltello.
Lo afferrò e attese nascosta dietro alla porta della cucina.

E dalla fessura dello stipite osservava chi si accingesse a entrare.

Finalmente potè vedere chi fosse.

Con grande stupore vide se stessa.

“Chi sei tu?” chiese Valentina

“Sono il tuo Io”

Sbalordita Valentina chiese “Il mio Io ?”

“ Si, sono il tuo Io, non preoccuparti”

Valentina in quell’istante si ricordó delle strane parole che le disse un uomo che il giorno prima aveva incontrato camminando in mezzo alla neve, nel bosco lì accanto.

La aiutó ad alzarsi dopo che cadde scivolando sul ghiaccio mentre si ostinava a voler salire nella parte alta del bosco.

“Si è fatta male ?”, le chiese lui.

“No, sono solo molto stanca e tentavo di arrampicarmi nella parte più alta di questo splendido bosco, per sentire il silenzio assoluto, sa anche io presa dalla famosa ricerca di me stessa”.

“Forse stai fuggendo inutilmente da te stessa.”, lui le disse.
Ricorda che “L’energia che guarisce ti sta accanto”, e a seguire disse quelle profetiche parole diventate realtà:
“Essa arriva dal mondo che ci è accanto perchè l’ Io è sempre con te”.

Ed ecco irrompere alla mattina il suono della sveglia alla solita ora … e Valentina appena riconnessa con la realtà, pensó a quando tornare nel bosco a cercare quello strano uomo.

In viaggio – La confessione – capitolo 3

“Abbiamo tutti un posto che non dimenticheremo mai”, rispose lei sorridendo.

“Hai ragione, ma certi luoghi sono la morte della nostra coscienza”.

“Sembri sempre più cupo, deve essere successo davvero qualcosa in quel luogo che ti ha segnato”

“Ero giovane e pur di avere un posto di lavoro, accettai di fare una cosa che credetti sarebbe restata sepolta nel passato”

“A tutto c’è un rimedio, non essere così duro con te stesso”.

Lei cercava di capire.

“Senti tu devi promettermi che pubblicherai ciò che ti sto dicendo, ho cercato più volte di parlarne, ma ora che ho visto quel vecchio campo incolto, trasformato in un campo da calcio per ragazzi, la coscienza che allora ho anestetizzato per una manciata di soldi e la promessa di un lavoro garantito, è tornata a rodermi dentro”

“Non sono solita fare promesse”, rispose lei.

“Molti anni fa, fui assunto da una azienda che produce materiale radioattivo e per risparmiare sui costi di smaltimento degli scarti di produzione, anch’essi radioattivi, mi offrirono dei soldi per seppellire dei fusti contenenti questi scarti in quel campo che oggi, dopo tanto tempo è diventato un campo da calcio per ragazzi”

Lei rimase un attimo disorientata da quella confessione, si trattava di qualcosa che non avrebbe mai pensato.

“Ma perché non denunci tutto agli organi competenti?” le chiese lei.

“Sarei arrestato assieme a tutti i responsabili e non voglio finire in galera, ho perso mia moglie di recente e ho un figlio gravemente malato da aiutare.
Tu puoi appellarti al segreto professionale giornalistico e salvare tutti quei ragazzi da un dramma”.

Lei si portó una mano alla fronte, voleva riflettere prima di decidere cosa fare.
Di certo ormai non poteva più sottrarsi dal fare tutto il possibile per fare ritrovare quei maledetti rifiuti portatori di morte”.

Decise di accettare e quando alzó lo sguardo e si tolse le mani dalla fronte, lui non c’era più.
Lui le lasció un foglio sul sedile del treno, aveva indicato quel posto, scrivendo ogni riferimento.
Lei si alzó velocemente dal sedile del treno per capire dove fosse finito quell’uomo.

Rimase talmente stupita da quella confessione che non si accorse nemmeno che il treno fosse arrivato in stazione.

Prese con sè il foglio e decise di raccontare tutto, di scrivere tutto e pubblicarlo.

Giorni dopo le scrissero molti genitori di quei ragazzi che lei aveva salvato.
Sentì l’importanza di avere fatto la scelta giusta, pubblicando quella confessione. Era in pace con se stessa.

Non dimenticó mai quell’uomo.

Mai avrebbe creduto che un guasto alla linea ferroviaria, avesse potuto salvare delle giovani vite dalla follia di persone senza scrupoli.

Da quel giorno lei capii che forse davvero, nulla accade per caso.

In viaggio – Prossima fermata – capitolo 2

(Dopo il loro incontro a causa di un guasto “Fuori Servizio” …. prosegue il viaggio, fino alla prossima fermata.)

Conclusa la telefonata, lei continuava ad essere incuriosita da lui.

Avrebbe avuto voglia di riprendere il discorso, cercò una frase, un pretesto.
Inanellò una ciocca di capelli attorno all’indice.
Qualcosa che avrebbero potuto avere in comune…oppure no.

Pensó di parlare della sua giornata passata a Milano, le sembrava un buon pretesto.

Decise quindi di attirare la sua attenzione.

Gli fece un cenno con lo smartphone, glielo mostró girato con l’ultimo scatto che lei aveva fatto.

Lui notó subito il suo gesto e le disse “Conosco poco Milano, ci vengo solo per lavoro”.

Dopodiché guardó i suoi occhi, rimase colpito dalla loro vitalità.
Gli ricordavano l’entusiasmo della sua giovinezza.
Sorrise poichè si accorse che in quegli occhi ritrovó quella scintilla di vita che non si era mai definitivamente spenta in lui.
Lei notó il suo sorriso, ma non disse nulla.
Lui era un uomo abituato a osservare, a leggere i piccoli dettagli delle persone, quelli a cui pochi fanno caso.

“Hai delle bellissime mani, che lavoro fai, se posso sapere”?

“Sono da poco diventata giornalista”.

“Ti piace scrivere ?”
le chiese lui.

“Si sono appassionata di arte e cultura, ma per ora scrivo piccoli articoli di cronaca per una testata giornalistica famosa”.

Lui voleva liberarsi di un terribile segreto, capì che lei era la persona giusta.

Lei scorse nel suo sguardo e nei suoi gesti, uno strano nervosismo, improvviso.
Capì che nascondeva qualcosa.
A quel punto pensó “chissà se vuole dirmi qualcosa”.

“Mi sembri scosso, ho detto qualcosa che ti ha turbato?”

“No, non hai detto nulla che mi abbia turbato, sono io che sono tormentato da un terribile segreto e oggi in treno, mentre viaggiavo verso Milano, dal finestrino ho rivisto un posto che non ho mai dimenticato”.

In viaggio – Fuori servizio – Capitolo 1

Lei è una ragazza piena di vita, sempre curiosa di sapere, credeva che raccontare potesse aiutare le persone a capire molto più di quello che esse stesse pensavano di sapere.
Lui un uomo stanco di vivere, di quelli che camminano con gli occhi spenti.
Si incontrarono per caso alla stazione.
Presero lo stesso treno, non avrebbero mai pensato che un guasto alla linea li avrebbe fatti conoscere.
Nella sua stanchezza lui vide di sfuggita le foto che lei stava guardando sorridente sul suo smartphone.
Riconobbe che erano scatti fatti a Milano.
Lei si accorse di essere osservata, ma non smise di guardare il suo smartphone.
“Sei stata a Milano oggi ?”, chiese lui.
“Si, oggi ho preso un giorno tutto per me”, rispose lei sorridendo.
Dentro quel sorriso lui riconobbe quella voglia di vivere che non sentiva più da molto tempo.
Lei rimase colpita dal suo sguardo, capì che era in cerca di un pretesto per raccontarle qualcosa di importante che gli era accaduto.
Il treno riparti e il lo smartphone di lei inizió a squillare, lei rispose e lui capì che non era il momento di raccontare quel segreto che lo tormentava da anni.

Time

La cosa più importante che puoi ricevere da chi ti ama è il suo tempo.
Non sono le parole o i suoi regali.
È il suo tempo che non ritornerà indietro.
Tutto il tempo che ti ha dato era dedicato a te ed era solo tuo.
Non importa se è stato di un’ora o di una vita, era di chi te lo ha donato ed era solo per te.

Unicità

L’Unicità
Ciò che non può essere espresso deve essere irraggiungibile dal logorio del tempo.
Non può essere contenuto in uno spazio.
Non può essere immaginato poiché è totalizzante.
Non può essere comparabile a nulla di conosciuto.
Non può essere definito attraverso un nome o una parola.

Contatto 

Ti è mai capitato di parlare con qualcuno ed immergerti completamente nei suoi occhi.
Da quel momento quegli occhi rimarranno impressi  nella tua mente ed entreranno nella tua Anima.

Ti chiederai come mai, tra tante persone che hai incontrato, solo con quegli occhi.

Capirai che qualcosa di te stesso lo hai ritrovato proprio in quegli occhi e in quello sguardo.

Alessandra 

La tenacia l’ho imparata da lei, una donna umile che ha sempre reagito alle avversità della vita.
Non ama chiedere aiuto a nessuno.
Orgogliosa di contare su ciò che ha.
Ho imparato da lei un ulteriore tassello, in merito a cosa contraddistingua una persona perbene.
Ho imparato che contano le scelte che fai.
Che conta di più l’importanza che dai non a come cominci le cose, ma a come decidi di finirle.
Nella vita non devo nulla a nessuno, tranne lezioni di vita a persone come lei. 

Scorciatoie 

Le scorciatoie che prendi nella vita sono come un tavolo da gioco. 
E lì quando ti siedi, devi anche essere consapevole che puoi perdere.
Quindi serve sempre riflettere se si è disposti ad accettarne le conseguenze.
Io non amo le scorciatoie, le evito sempre, proprio per questo motivo.
So che tutto ciò che ottieni con facilità, non dura mai.

La colpevole ignoranza

L’ignoranza, intesa come non conoscenza della realtà, nasce da un pregiudizio.
Per questo motivo è alla base dell’invidia, della gelosia e della cattiveria.
Ed ecco perché spesso, a causa dell’ignoranza, le persone commettono una serie innumerevole di azioni distruttive nei confronti del prossimo e, a volte, senza rendersene conto, anche contro se stesse.

Limiti 

Si possono commettere molti errori.
Alcuni purtroppo lì si può anche ripetere, dimostrando a se stessi di non avere fatto tesoro di niente.
Si può fallire.
Quindi una lezione è tale solo se tu ne fai tesoro, evitando di ripetere gli stessi sbagli.
Nel commettere errori però, ci sono sempre due tipologie di persone, quelle che “non superano” i limiti e quelle che “li superano”.
Ho sempre considerato sani di mente le persone che riconoscono che esistono limiti invalicabili.

Rimpianti 

Forse non lo avevi capito, mentre aspettavi senza certezza chi non ti voleva bene, che lasciavi indietro qualcun’altro di più importante.
Mentre buttavi il tuo tempo, non avevi capito che stavi perdendo chi ti voleva davvero bene.
Che meritava di più.
Che a Te, teneva davvero.
Che era disposto a darti da subito qualcosa di sè.
Inseguendo effimere promesse fatte da chi non provava nulla per noi, ci accorgiamo di quanto fosse importante quell’altra persona che  davamo per scontata.
Forse non lo avevi capito tutto questo, ma di certo hai imparato che i rimpianti sono per sempre. 

Complici 

La complicità nasce da uno sguardo, da un sorriso, da un gesto nascosto, da un’ammicamento.
Riesci sempre a sentire i pensieri dell’altro senza bisogno di parole.
È uno stato d’animo.
È spensieratezza.
È intesa a pelle. (Feeling)
È il non dover avere la necessità di spiegare, è quel capirsi “al volo”.
Essere complici crea un legame sano, che ti fa sentire bene.

Prima di sognare

Mi piace della notte il suo rivendicare che un altro giorno è passato.
Ti lascia sentire i tuoi pensieri.
Nel suo silenzio tutto si attenua o si amplifica.
Si amplificano i ricordi, ponti  sospesi tra presente e passato.
Ed è lì che senti il desiderio di fare un respiro lungo prima di sognare.
La notte oniricamente dà forma a ciò che nella realtà sembra impossibile.

Anelito di Vita

Il desiderio, nasce da un sogno.
Da un’idea …
Nasce e ti porta a cercare il luogo dove ritrovarlo, un luogo che non è un “posto”.
Nasce e cresce dentro te fino a diventare la tua aspirazione, il tuo anelito di felicità.
E quando lo senti diventa una forte emozione, quella che ti fa pulsare il cuore e gli ricorda che deve Vivere.

Destabilizzati

Ci sono persone la cui voce, i cui gesti, i cui sguardi, le cui attenzioni sono quel loro modo di essere Unico, che risveglia qualcosa dentro di noi che non sapevamo di possedere.
Appena le conosciamo abbiamo la sensazione che ci fossimo conosciuti da sempre, forse perché ci rendiamo conto che rappresentano tutto quello che ci mancava.
Sono le persone che destabilizzano la nostra vita.

Alberi

Mi piace osservare gli alberi in inverno, sembrano “secchi”
solitari,
 si ergono verso un cielo freddo, vestiti di soli rami senza foglie.
Si sente il vento freddo stanotte, forse porterà la neve, di sicuro il gelo.
Ma nè il vento, nè il freddo potranno abbattere questi alberi che sto osservando.
Guardare un albero d’inverno, mi fa pensare alla Vita.
Su quei rami tornerà il verde.
È tutto un continuo divenire …
Sorrido 

La matita giusta 

A Natale fai un piccolo bilancio, pensi ai tanti attimi dolci alternati a momenti amari che hai passato durante l’anno, voli su una montagna russa fatta di stati d’animo opposti.
Tanto lo sai che solo cosi si impara a vivere, attraverso un susseguirsi di attimi, spesso dolci altre volte amarissimi.
Poi però riparti a disegnare la tua vita, a riempirla di sensazioni, di piaceri, di passioni, di emozioni, di sorrisi, da tutto ciò che dipendende da te.
Rendila bella.
Scegli tu i colori, perché tu e solo tu puoi decidere quali usare.
La vita è soltanto tua è quel percorso che disegnerai, diventerà la tua stessa vita.
Ma ricorda che per disegnare quello che vuoi tu, come vuoi tu, serve sempre avere la matita giusta.
(impara a scegliere)

Respira 

Ho deciso di respirare,quando mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del futuro.
Ho capito che così non vivevo la vita nel presente.
Non sentivo, non vedevo, non respiravo, non mi restava più niente di ciò che mi circonda.
Ho deciso di riprendermi il mio tempo.
Ho tagliato tutto ciò che non mi fa stare bene.
Di certo ho imparato che se non respiri non vivi.
Respira …

Nonostante tutto

Si deve cercare sempre di trovare una possibile via d’uscita,
per esempio cercare di scegliere la gioia, anziché la disperazione.
Scegliere la serenità.
Scegliere l’azione anziché l’attesa.
Scegliere di costruire un futuro, anziché stagnare nel vuoto del passato.
Non si deve rinunciare a scegliere.
Serve molto coraggio a scegliere.
Anche a scegliere di lottare per andare avanti, nonostante tutto.

Le Parole hanno un peso 

Non scrivete “a domani”, così, tanto per scrivere.
Non dite “a domani” se non volete farvi sentire.
E neanche “a presto”, per poi sparire.
Non scrivete parole che dedichereste a chiunque.
Non fate promesse se non le sentite.
Date peso, alle vostre parole.
Date peso, alle persone.
Cercate di essere ciò che scrivete.
È con la coerenza che si dimostra di dare significato e peso alle parole che usiamo.
Ed è solo traducendo le parole, in atteggiamenti che le significano, che noi siamo ciò che scriviamo.

Scintilla 

Veniva da lontano quel richiamo, conteneva in sè una scintilla, quella luce che non si spegne mai.
Quella sensazione non ha nulla a che fare con le illusioni che nutre ogni speranza.
Ha a che fare con la Vita.
In quella scintilla c’è la Vita.
Riconosci quel richiamo perché quando lo senti sorridi, respiri l’immenso, sei parte del Tutto. 
Il passato, il presente e il divenire.

Non farti fregare

La vita ti sorprende quando hai ancora l’anima intorpidita da un recente passato e ti semina dentro un’emozione, fatta di sguardi, di contatti, di sentimenti, di sorrisi, di attimi felici e d’incontri inaspettati.
Si impara velocemente a capire che il tempo mai cancellerà un’emozione che ci ha reso felici.
Questo fanno le emozioni, si incidono nei nostri ricordi e quando si tenta di fermarle è sempre troppo tardi.
Quindi non conviene farsi fregare da un’emozione, piuttosto è meglio goderne più che si puó quando la sentiamo o quando la viviamo.
È questo che fa chi vuol essere felice.

False promesse 

Ci sono promesse che restano lì cercando di salvarsi dal tempo che passa,                                                      
o per sopravvivere al tempo che non ha dato loro un modo per realizzarsi,                                             
o per sfuggire dalle persone che non sono riuscite a mantenerle.
La verità è che, in realtà, a tenerle lì ben salde per molto tempo della nostra vita è stata la nostra voglia di sperare o peggio di crederci.
Ma se vogliamo essere onesti con noi stessi, dobbiamo ammettere che il tempo non c’entra niente, e che, ingenuamente, la colpa è nostra perché abbiamo creduto alle persone sbagliate.

Occhi 

Nei suoi occhi vedo sempre un’incredibile fame di vita.
Nascondono il suo lato oscuro, dietro la loro intensità.
Li guardi è penetrano tutte le tue barriere.
In essi c’è tutta la forza di chi è stato all’inferno senza bruciare.
Non smetteresti mai da guardarli.

Sorprendi 

Sorprendi sempre …
con i sentimenti, i baci, gli abbracci, le battute, i sorrisi, l’amore, l’affetto, le espressioni, un gesto.
Sempre si noti la spontaneità, l’umiltà,
poichè la spontaneità ha un qualcosa di unico e raro.
Diffida da chi usa un copione per vivere, da chi è prevedibile, da chi è superficiale.
Credi solo a chi usa il suo cuore e la sua anima e credimi si nota sempre chi è spontaneo,                  ha gli occhi che seguono le curvature della sua bocca, sia quando sorride, sia quando è malinconico.

Sguardi 

Correvo per comprare tutti i regali, non ero lì per altro.
Succede proprio mentre cerchi altro, che senza volerlo incroci tra tanti il suo sguardo.
Cerchi di non pensarci, fingi di proseguire ma un attimo dopo ti fermi e ti volti nella speranza di incrociarlo di nuovo. 
Non ti chiedi com’è il suo corpo, o quanti anni possa avere, senti solo arrivare da quegli occhi un’emozione fortissima che destabilizza ogni tuo pensiero.
Non ti interessa il perché ma vorresti solo rivederla…

La cosa più bella.

La cosa più bella che puoi sentire in una persona è la voglia di averti, il desiderio di vederti, il piacere di parlarti, il suo bisogno di esserci sempre. 
La sensazione più intensa è sentirla sottopelle.
La cosa più bella è sentire che sei quella differenza che ha reso migliore la vita di una persona.

Congiunzioni

Se …
è una minuscola congiunzione, 
che segna la linea di demarcazione delle certezze.
Ogni volta che ci troviamo a prendere una decisione, 
“se” rappresenta il bivio fra ciò che conosciamo e tutta una serie di ipotesi nascoste.
Se guardi al passato, ci trovi i rimpianti, i pentimenti, i rimorsi, gli errori, le mancanze.
Se guardi in avanti puoi attingere solo a una speranza, a un sogno, a un desiderio.
Quando siamo al bivio, pronunciando quel “SE”, sappiamo subito che dal quel bivio, passano infinite rette e infinite possibilità.
… e se … 
Eccoci dunque arrivati al nostro bivio, e adesso ?
Adesso si possono fare una serie di riflessioni o si può fare una scelta, si può restare immobili a fantasticare o si può decidere e scegliere di Vivere.

Non accontentarti.

Non accontentatevi più di relazioni “a metà”, un sentimento, quando nasce, reclama di diventare “tutto o niente”.
Non fatevi più bastare i mezzi sorrisi, i mezzi abbracci, i mezzi amori, i mezzi tempi, le mezze persone.
Non cercate più di accontentarvi degli accenni, di essere una parentesi nella vita di qualcuno, di passare giorni di attesa, di essere sempre e solo attimi.
Non cercate promesse e nemmeno cercate futuri fatti solo di false illusioni.
Non accontentatevi mai, perché chi Ama se stesso, non si accontenta di un compromesso al ribasso.
Per durare, quel sentimento chiamato Amore, deve essere protagonista.

Ho un debole.

Ho un debole per le persone che hanno cicatrici nascoste dietro un sorriso, per chi apre al futuro pur avendo conti in sospeso con il passato. 
Ho un debole per chi avrebbe il diritto di urlare contro la vita e invece sussurra.
Ho un debole per le anime che si sono rotte per avere creduto in un sentimento e che “Nonostante Tutto”, restano convinte che ci possa sempre essere un nuovo inizio.
Ammiro chi, pur riconoscendo di   essere fragile, risponde con coraggio alla Vita.

Un continuo divenire

La vita è un costante cambiamento. 
Quando qualcuno entra nelle nostre vite, dunque, siatene felici, godetene il piacere di starci bene e  quando è il momento, lasciatelo andare. 
Nulla è per sempre, siamo solamente dei custodi temporanei di molte emozioni e accade, senza apparente motivo, che delle bellissime persone arrivino, restino e poi se ne vadano.
Alla fine è tutto un continuo divenire.
La Vita.
… ∞ …

Estranei…

Osservando le persone sono rimasto colpito da due giovanissimi ragazzi.
Lui,
che camminava con lo sguardo fisso sul suo smartphone.
Lei,
che leggeva un libro seduta sulla panchina in legno, davanti a lui.
Lui indossava una felpa col cappuccio ben calcato in testa. 
Lei aveva una maglietta blue e gli occhi rapiti dalle parole del suo libro.
Restarono uno indifferente all’altro.
Non posso fare a meno di pensare e immaginare se lui avvese alzato gli occhi davanti a sè, la avrebbe almeno vista.
Se lei avesse alzato i suoi occhi dal romanzo, davanti a sè avrebbe trovato lui e il suo sguardo.
Lei e Lui non si conoscevano e per un semplice gesto fatto solo dall’alzare lo sguardo, non si conosceranno mai.
Lui nascondeva la sua timidezza e indifferenza nelle sue spalle curve su quello smartphone  ….
Lei col suo libro in mano si sentiva in pace, con il silenzio attorno, convinta, di non desiderare altro.
2016 

Addio

Allora addio …
– “Addio”.
Ok.
-“Ok !!”
Quindi non ci sentiremo piu?
– “No.”
E se ci incontriamo per strada ?
– “Credo ci saluteremo.”
E come ci salutiamo? Con un ciao e basta?
-“E basta.”
Ok.
-“Ok!”
E se nn sto bene, lo vorresti sapere?
-“Certo !”
Pero non possiamo sentirci, come te lo dico?
-“Me lo scrivi.”
Quindi possiamo scriverci?
– “Ok!”
Allora adesso vado.
– “No, aspetta.”
Dimmi?
– “E se mi succede qualcosa di bello? ”
Quanto bello?
– “Molto bello, lo vorresti sapere?”
Lo vorrei sapere.
-“Ti scrivo?”
No telefonami.
-“Quindi possiamo sentirci per telefono?”
Solo se capita una cosa bella.
– “Bella? tipo vincere un sacco di soldi o trovare un diamante per terra?”
Tutte e due queste sono belle !
-“Ok.”
Ok!
– “Lo sai vero che non troverai mai un diamante per terra.”
Lo so, e tu lo sai che non vincerai mai un milione di euro.
-“Lo so.”
Quindi posso chiamarti anche se c’è semplicemente il sole?
-“Si !”
Ok, Addio allora.
– “Addio.”
…. il giorno dopo ….
– “Pronto ?”
Ciao sono io, volevo avvisarti che c’è il sole ! Chiamavo giusto per dirtelo.
– “Grazie, passo da te domani.”
Perche?
– “Nel caso domani piova e tu non possa chiamarmi.”
(ispirato da un articolo letto su Tumblr)

Vorrei 

vorrei …
che se ti sentissi mancare il respiro 
tu cercassi il mio e te lo darei sempre,
vorrei …
dirti che se sentirai freddo 
tu cercassi le mie mani per scaldarti,
vorrei …
che ogni volta che ti sentirai sola,
chiamassi il mio nome e io sarò lì con te.

Notte

Poi arriva …la notte e il vento dei ricordi, 
allora scrivo, 
mi chiedo che rimane delle nostre emozioni, 
che alla fine sono solo attimi,
alcuni passati assieme,
e una volta vissuti, non puoi fare altro che guardali mentre vanno via. 
Vorrei ritrovarti in un viaggio, in cui si arriva tutti e due assieme e dirti che noi non siamo solo attimi.
Sai se ti scrivo,
la notte sembra durare un po’ meno.