La Formula Magica (capitolo 2)

Mentre Valentina decise di pagare il libro, dal caffè all’interno alla libreria, il cameriere la chiama “Guardi che il caffè che ha ordinato prima si sta raffreddando”.

Valentina presa da quello scambio di battute si era dimenticata del caffè ordinato.

“Eccomi” disse sorridendo.

Lui aveva ancora voglia di parlare con lei e quindi decise di avvicinarsi al tavolo del bar assieme a Valentina.

“I mutamenti dipendono da noi, non solo dal destino”, riprese l’Alchimista.

“A volte mi sembra che il destino ci mandi dei segnali ed io cerco di interpretarli” rispose lei.

“In effetti esiste un mondo non visibile agli occhi, che ci circonda, un mondo di energie che possono condizionarci”.

Valentina non era abituata a sentire parlare di energie, lei credeva nella magia, giovane e piena di sogni, era abituata alla magia che vedeva nel Natale o quella che cercava negli scatti fatti con la sua POLAROID quando la vedeva prendere forma nelle stampe delle sue foto fatte di piccole e sorprendenti rivelazioni, scherzi di luce.
La magia la trovava anche negli occhi che cambiano colore a seconda del cielo.

“Non credo esista un mondo non visibile che ci circonda non siamo a Hogwarts”, rispose con ironia.

“Guarda ora tu sei circondata da un’energia che non vedi eppure è molto potente” le disse l’Alchimista con aria seriosa, “io vedo nel non visibile e posso percepire il divenire”.

Valentina finì il caffè, posó la tazza e iniziò a prestare attenzione a quelle misteriose parole.

“Quindi sarei circondata da qualcosa che pur non vedendo, esiste e addirittura può mutare il mio destino?”

“Si, è così” disse lui, “e ho una formula magica per dimostrartelo, se vuoi te la svelo, ma devi poterla scrivere, questa formula ti eviterà di assorbire energie negative e potrebbe esserti di grande aiuto un giorno”.

L’alchimista voleva far capire a Valentina qualcosa sul mondo del non visibile.

“Ecco la mia agenda, dettami pure la formula”…

“Sei pronta a scrivere?”

“Si” disse lei sempre più incuriosita.

“Ecco scrivi … Non mettere mai …”

L’Alchimista fece una breve pausa e continuó “Hai scritto?” …

“Si sì, prosegui”

“Non mettere mai le mani nelle prese della corrente, che poi senti l’energia elettrica e può farti sobbalzare”…

Valentina a quel punto scoppió a ridere, inizialmente si sentiva quasi presa in giro. Sorrideva stupita.
Poi capì che in effetti può esistere eccome qualcosa di reale pur non visibile.

“Mi hai fregato?”, disse poi Valentina all’Alchimista.

“Non credo proprio” disse lui sorridendo, “la vera formula magica è dare forma a un sorriso”.

La Formula Magica (cap.1)


Quella domenica era insolitamente fredda e ventosa, Valentina decise di entrare in libreria. Amava sfiorare la carta con le dita e annusare il profumo dei libri.

Appena entrata, si recò nel reparto dedicato ai libri di saggistica e filosofia, fu attratta da un titolo, allungó la mano verso l’unica copia che era rimasta.

Nello stesso istante, l’uomo che pochi minuti prima le aveva tenuta aperta la porta della libreria, prese contemporaneamente lo stesso libro.

“Mi scusi, non avevo visto che lo stava scegliendo, lo tenga pure lei”.

Accadde che nel prenderlo involontariamente assieme, le loro mani si sfiorarono e lui sentì qualcosa quando la mano di Valentina entró in contatto con la sua.

Lei invece non ci fece caso.
Non poteva sapere che lui fosse un Alchimista.
“Questo libro arriva da lontano detiene una conoscenza millenaria.”

“Non lo conosco, sto passando un momento particolare della vita e mi ha colpito una parola del titolo”

“Quale ?”

“Mutamenti”, rispose Valentina.

“I mutamenti non avvengono per caso, lei crede nel destino?”

“Tantissimo, non è possibile secondo me che tutto sia casuale.
Tutto accade per un motivo prestabilito”.

“Ne è convita?”

“Convinta?” disse sorridendo lei, “non è la parola giusta, mi piace pensarlo e magari questo libro mi può aiutare a capire qualcosa di più sul destino, d’altronde non si può sempre decidere in modo razionale in cosa credere”.

Lui le sorrise.

“Allora questo libro forse era destinato ad essere letto da lei, lo tenga pure, io l’ho già letto.”

C’è sempre una parte della natura che aspetta di essere scoperta, diceva Jung.

Loft

Partita per il week end,
stava rientrando dopo una serata con gli amici nel suo loft in montagna.
Appena inserita la chiave nella serratura, sentì uno strano rumore provenire dalla legnaia.
Si voltò stupita e nonostante il buio, vide mancare parecchia legna per il camino.

Disse “Che strano, nessuno mi aveva mai rubato legna, poi in queste zone la regalano quando tagliano gli alberi caduti”.

Decise di non dare più di tanto peso nè allo strepitio, nè alla legna che mancava.

Valentina era una ragazza che non si faceva certo suggestionare.

Entrata in casa, nemmeno il tempo di accendere la luce dell’ingresso, chiamó una sua amica …
Le raccontó di quello strano fatto.

L’amica al telefono rispose “Se fossi sola, al buio e sentissi rumori ambigui, fuggirei”.

Valentina non diede peso alle parole dell’amica, la salutó quasi scocciata, “Sei stata davvero molto utile”.

Posate le chiavi, appena entrata nel salotto, Valentina rimase stupita.

La legna che aveva appena notato mancare nella legnaia,
era vicino al camino.

Si sedette sul divano, turbata perché non riusciva a trovare nessuna logica spiegazione.

“Chi aveva portato e sistemato in sala tutta quella legna ?”
Si chiese lei.

Mentre era seduta sul divano, Valentina sentì qualcuno infilare le chiavi nella porta.
Spaventata corse in cucina a cercare qualcosa per difendersi.
Trovó un coltello.
Lo afferrò e attese nascosta dietro alla porta della cucina.

E dalla fessura dello stipite osservava chi si accingesse a entrare.

Finalmente potè vedere chi fosse.

Con grande stupore vide se stessa.

“Chi sei tu?” chiese Valentina

“Sono il tuo Io”

Sbalordita Valentina chiese “Il mio Io ?”

“ Si, sono il tuo Io, non preoccuparti”

Valentina in quell’istante si ricordó delle strane parole che le disse un uomo che il giorno prima aveva incontrato camminando in mezzo alla neve, nel bosco lì accanto.

La aiutó ad alzarsi dopo che cadde scivolando sul ghiaccio mentre si ostinava a voler salire nella parte alta del bosco.

“Si è fatta male ?”, le chiese lui.

“No, sono solo molto stanca e tentavo di arrampicarmi nella parte più alta di questo splendido bosco, per sentire il silenzio assoluto, sa anche io presa dalla famosa ricerca di me stessa”.

“Forse stai fuggendo inutilmente da te stessa.”, lui le disse.
Ricorda che “L’energia che guarisce ti sta accanto”, e a seguire disse quelle profetiche parole diventate realtà:
“Essa arriva dal mondo che ci è accanto perchè l’ Io è sempre con te”.

Ed ecco irrompere alla mattina il suono della sveglia alla solita ora … e Valentina appena riconnessa con la realtà, pensó a quando tornare nel bosco a cercare quello strano uomo.

In viaggio – La confessione – capitolo 3

“Abbiamo tutti un posto che non dimenticheremo mai”, rispose lei sorridendo.

“Hai ragione, ma certi luoghi sono la morte della nostra coscienza”.

“Sembri sempre più cupo, deve essere successo davvero qualcosa in quel luogo che ti ha segnato”

“Ero giovane e pur di avere un posto di lavoro, accettai di fare una cosa che credetti sarebbe restata sepolta nel passato”

“A tutto c’è un rimedio, non essere così duro con te stesso”.

Lei cercava di capire.

“Senti tu devi promettermi che pubblicherai ciò che ti sto dicendo, ho cercato più volte di parlarne, ma ora che ho visto quel vecchio campo incolto, trasformato in un campo da calcio per ragazzi, la coscienza che allora ho anestetizzato per una manciata di soldi e la promessa di un lavoro garantito, è tornata a rodermi dentro”

“Non sono solita fare promesse”, rispose lei.

“Molti anni fa, fui assunto da una azienda che produce materiale radioattivo e per risparmiare sui costi di smaltimento degli scarti di produzione, anch’essi radioattivi, mi offrirono dei soldi per seppellire dei fusti contenenti questi scarti in quel campo che oggi, dopo tanto tempo è diventato un campo da calcio per ragazzi”

Lei rimase un attimo disorientata da quella confessione, si trattava di qualcosa che non avrebbe mai pensato.

“Ma perché non denunci tutto agli organi competenti?” le chiese lei.

“Sarei arrestato assieme a tutti i responsabili e non voglio finire in galera, ho perso mia moglie di recente e ho un figlio gravemente malato da aiutare.
Tu puoi appellarti al segreto professionale giornalistico e salvare tutti quei ragazzi da un dramma”.

Lei si portó una mano alla fronte, voleva riflettere prima di decidere cosa fare.
Di certo ormai non poteva più sottrarsi dal fare tutto il possibile per fare ritrovare quei maledetti rifiuti portatori di morte”.

Decise di accettare e quando alzó lo sguardo e si tolse le mani dalla fronte, lui non c’era più.
Lui le lasció un foglio sul sedile del treno, aveva indicato quel posto, scrivendo ogni riferimento.
Lei si alzó velocemente dal sedile del treno per capire dove fosse finito quell’uomo.

Rimase talmente stupita da quella confessione che non si accorse nemmeno che il treno fosse arrivato in stazione.

Prese con sè il foglio e decise di raccontare tutto, di scrivere tutto e pubblicarlo.

Giorni dopo le scrissero molti genitori di quei ragazzi che lei aveva salvato.
Sentì l’importanza di avere fatto la scelta giusta, pubblicando quella confessione. Era in pace con se stessa.

Non dimenticó mai quell’uomo.

Mai avrebbe creduto che un guasto alla linea ferroviaria, avesse potuto salvare delle giovani vite dalla follia di persone senza scrupoli.

Da quel giorno lei capii che forse davvero, nulla accade per caso.

In viaggio – Prossima fermata – capitolo 2

(Dopo il loro incontro a causa di un guasto “Fuori Servizio” …. prosegue il viaggio, fino alla prossima fermata.)

Conclusa la telefonata, lei continuava ad essere incuriosita da lui.

Avrebbe avuto voglia di riprendere il discorso, cercò una frase, un pretesto.
Inanellò una ciocca di capelli attorno all’indice.
Qualcosa che avrebbero potuto avere in comune…oppure no.

Pensó di parlare della sua giornata passata a Milano, le sembrava un buon pretesto.

Decise quindi di attirare la sua attenzione.

Gli fece un cenno con lo smartphone, glielo mostró girato con l’ultimo scatto che lei aveva fatto.

Lui notó subito il suo gesto e le disse “Conosco poco Milano, ci vengo solo per lavoro”.

Dopodiché guardó i suoi occhi, rimase colpito dalla loro vitalità.
Gli ricordavano l’entusiasmo della sua giovinezza.
Sorrise poichè si accorse che in quegli occhi ritrovó quella scintilla di vita che non si era mai definitivamente spenta in lui.
Lei notó il suo sorriso, ma non disse nulla.
Lui era un uomo abituato a osservare, a leggere i piccoli dettagli delle persone, quelli a cui pochi fanno caso.

“Hai delle bellissime mani, che lavoro fai, se posso sapere”?

“Sono da poco diventata giornalista”.

“Ti piace scrivere ?”
le chiese lui.

“Si sono appassionata di arte e cultura, ma per ora scrivo piccoli articoli di cronaca per una testata giornalistica famosa”.

Lui voleva liberarsi di un terribile segreto, capì che lei era la persona giusta.

Lei scorse nel suo sguardo e nei suoi gesti, uno strano nervosismo, improvviso.
Capì che nascondeva qualcosa.
A quel punto pensó “chissà se vuole dirmi qualcosa”.

“Mi sembri scosso, ho detto qualcosa che ti ha turbato?”

“No, non hai detto nulla che mi abbia turbato, sono io che sono tormentato da un terribile segreto e oggi in treno, mentre viaggiavo verso Milano, dal finestrino ho rivisto un posto che non ho mai dimenticato”.

In viaggio – Fuori servizio – Capitolo 1

Lei è una ragazza piena di vita, sempre curiosa di sapere, credeva che raccontare potesse aiutare le persone a capire molto più di quello che esse stesse pensavano di sapere.
Lui un uomo stanco di vivere, di quelli che camminano con gli occhi spenti.
Si incontrarono per caso alla stazione.
Presero lo stesso treno, non avrebbero mai pensato che un guasto alla linea li avrebbe fatti conoscere.
Nella sua stanchezza lui vide di sfuggita le foto che lei stava guardando sorridente sul suo smartphone.
Riconobbe che erano scatti fatti a Milano.
Lei si accorse di essere osservata, ma non smise di guardare il suo smartphone.
“Sei stata a Milano oggi ?”, chiese lui.
“Si, oggi ho preso un giorno tutto per me”, rispose lei sorridendo.
Dentro quel sorriso lui riconobbe quella voglia di vivere che non sentiva più da molto tempo.
Lei rimase colpita dal suo sguardo, capì che era in cerca di un pretesto per raccontarle qualcosa di importante che gli era accaduto.
Il treno riparti e il lo smartphone di lei inizió a squillare, lei rispose e lui capì che non era il momento di raccontare quel segreto che lo tormentava da anni.

Time

La cosa più importante che puoi ricevere da chi ti ama è il suo tempo.
Non sono le parole o i suoi regali.
È il suo tempo che non ritornerà indietro.
Tutto il tempo che ti ha dato era dedicato a te ed era solo tuo.
Non importa se è stato di un’ora o di una vita, era di chi te lo ha donato ed era solo per te.